Francesco BrembatiEtà: 69 anni15751644

Nome
Francesco Brembati
Nascita tra il 1575 e il 1585 20

Matrimonio dei genitoriOttavio BrembatiFlaminia Secco d'AragonaView this family
1575

Morte di un nonno maternoGiovanni Davide Brembati
1577 (stimata)

Morte di una nonna maternaIsotta Brembati
24 febbraio 1587 (Età 12 anni)

Nascita di un figlio
n° 1
Davide Brembati
tra il 1595 e il 1610 (Età 20 anni)

Nascita di un figlio
n° 2
Ottavio Brembati
11 febbraio 1602 (Età 27 anni)
Matrimonio di un figlioOttavio BrembatiMaddalena AlbaniView this family
circa 1640 (Età 65 anni)

Morte del padreOttavio Brembati
tra il 1600 e il 1655 (Età 25 anni)

Morte di una moglieGiulia Medolago
tra il 1603 e il 1680 (Età 28 anni)

Morte 1644 (Età 69 anni)
Titolo
Conte

Titolo
Cavaliere, dell'Ordine del Redentore

Famiglia con genitori - View this family
padre
madre
Matrimonio: 1575
fratello
himself
Famiglia con Giulia Medolago - View this family
himself
moglie
figlio
7 anni
figlio
Famiglia con Eleonora Benaglio - View this family
himself
moglie

Nota

Maggiordomo Maggiore delle duchessa Gonzaga. Colonnello di cavalleria . 1611: Ambasciatore a Mattias re d’Ungheria e di Boemia là inviat o dal duca Vincenzo Gonzaga. 1613 Ambasciatore dell'Arciduca Massimili ano. 1613 vende lo stabile e l'arco detto del Mattume (oggi via S. Car lo) al vescovo Emo. 1614: riceve per sé e per i suoi discendenti il P rivilegio della cittadinanza Romana. 1615 Viene concesso da Mattia imp eratore di aggiungere al suo stemma 2 leoni, croce rossa, e Ganimedi . Relazione 1616-17 e a difesa della val Taleggio Ambasciatore in sviz zera per sollecitare questi contro il Duca di Savoia a favore dei Gon zaga per la difesa del Monferrato. 1627. Venezia lo spedisce nei Grigi oni con gente armata in difesa degli stessi. 1633 da Carlo Gonzaga ric eve la cittadinanza di Mn. 1644 muore a Parigi ambasciatore dei Gonzag a dove si prodigò per matrimonio figlia duca Orléans con il Gonzag a '''GABRIELE MEDOLAGO, ''Il castello di Cenate Sotto e la Famigli a Lupi'', Amministrazione Comunale di Cenate Sotto, 2003, pp. 198-9:'' ' Domenica 8 maggio 1611, accompagnato da sette persone, quattro tr a parenti ed amici e tre servitori, partito da Borgo Santa Caterina, [ Cesare Lupi] si incamminò verso Cenate dove aveva beni e dove si trat teneva spesso. Giunto presso la casa di proprietà ed abitazione di Gi ovanni Battista Terzi detta la Casella, posta poco fuori dal Borgo e c ontigua alla strada maestra, dopo che erano passati a cavallo quattr o della compagnia che lo precedevano, dai balconi e da alcune finestr e balestriere che si trovavano in quella casa gli furono sparate contr o 7 od 8 archibugiate. Rimase gravemente ferito alla coscia Sebastian o Ponte Cittadino di Bergamo, il quale era della compagnia che cavalca va con lui, fu anche colpito ad un piede Giovanni Pietro Loda, un pove ro contadino di circa 80 anni, che passava in quel momento e che dop o pochi giorni morì e fu ferito leggermente nella schiena anche suo n ipote Giovanni Antonio del Buono. Subito dopo i colpi, dalla casa usci rono quattro o cinque persone, poi altre in gran numero, armate con ar chibugi lunghi ed anche corti, tirando molte archibugiate non solo con tro il Lupi, ma anche contro i suoi compagni e servitori. Essendo rito rnato in Borgo uno dei compagni del cavaliere ed avendo avvisati alcun i uomini del Capitano di campagna, i campagnoli presenti accorsero sub ito ed al loro sopraggiungere gli attentatori spararono delle archibug iate alle quali il cavaliere ed i suoi compagni risposero. Gli assalit ori saliti poi sui cavalli, che stavano lì pronti, ed unitisi ad altr i che attendevano poco lontano, tutti insieme si salvarono andando ver so Seriate e Zanica. Lasciarono sul posto tre cavalli, un ferrarolo e d un terzarolo e per strada furono visti da due contadini i quali dich iararono che erano più di venti, cioè circa 20 o 25 persone, tutti a rmati di archibugi ed a cavallo e che su tre o quattro cavalli vi eran o due persone ciascuno. Venuto questo alle orecchie del podestà Giuli o Contarini, questi ordinò agli offesi di presentarsi e furono ascolt ati fra gli altri Aurelio Ponte fratello del ferito, interrogate tre d onne che si trovavano in quella casa ed altri testimoni. Sebastiano Po nte, Corrado Lupi, i servitori del cavaliere ed altri della compagni a asserirono che il Lupi non aveva altri nemici se non il conte France sco Brembati con il quale non aveva voluto accomodarsi né parlare pe r una certa causa. Tutti i sospetti conversero su di lui, tanto più c he uno degli sgherri era stato riconosciuto da Sebastiano e da uno de i servitori del Lupi per il bresciano Alessandro dal Borgo, solito pra ticare a volte in casa Brembati, che l’anno precedente era passato i n Svizzera per offendere il contino di Vimercato. Alessandro stava a B rescia in casa Avogadri, familiari dei Brembati, ed era stato dai test imoni visto il sabato precedente a Bergamo con altri bresciani; a lu i e ad un soldato del presidio erano stati visti archibugi corti. Il s ervitore disse di aver riconosciuto altri bresciani quando erano stat e sparate le archibugiate. La testimonianza dell’oste dal quale allo ggiava Alessandro provò che egli era venuto a Bergamo il mercoled